Un terremoto italiano

di Gianni Moriello*
Oggi, 30 ottobre 2016, una nuova fortissima scossa nell’area tra l’alto Lazio, Marche e Abruzzo, nella stessa area già interessata dal sisma del 24 agosto 2016. Una scossa alle ore 7:40:17 di 6,1 gradi Richter, poi corretta a 6,5, con epicentro zona di Norcia, Preci e Castelsantangelo sul Nera. La scossa è stata abbastanza superficiale, circa 10 km.
La densità di popolazione di questa area è bassa, si calcolano 150 mila abitanti in un area di 50 Km quadrati. Per un confronto, si pensi al Vesuvio, con i suoi 900 mila abitanti nello stesso spazio.
L’Italia ha avvertito molto bene la scossa, l‘amaro scuotimento, che si è trasmesso in circa 3-4 minuti lungo la rigida catena appenninica, da Bolzano fino alla Basilicata. Il sito nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica è andato in stallo, segno di una importante severità del fenomeno accaduto. Anche Roma, con un sottosuolo abbastanza rigido ha avvertito forte la scossa e si contano pure danni.
Danni ingenti, ma la buona notizia è che non ci sono state vittime, ad ora, e per fortuna, è accaduto di mattina con molte persone già sveglie ed in fase di spostamento dell’orario legale.
Prima di riferirci alla zona interessata, dobbiamo richiamare un concetto di validità generale. L’Italia è inserita in un contesto geodinamico particolare ove, a causa della spinta del continente africano verso il continente Europeo, la parte emersa è stata oggetto di compressioni, allungamenti e stiramenti nel corso degli ultimi 50 milioni di anni. Pertanto le terre emerse italiane sono oggetto di assestamenti diversificati, aree in compressione e zone di stiramento. Ricordiamo i terremoti del Baselice, di Messina, dell’Irpinia, Avezzano, Gemona, Colfiorito, L’Aquila, che nella storia recente si sono verificati lungo la dorsale appenninica italiana, la più esposta. Come il nostro Molise-Sannio-Irpinia.
Infatti, il centro della penisola è oggetto in questo momento di assestamenti e roto-traslazioni che danno luogo a faglie, con liberazione di molta energia sotto forma di onde e con un abbassamento del suolo di circa 1 metro, dall’agosto ad oggi.
La comunità scientifica si era già posta questo interrogativo e, tuttavia, in questi mesi gli eventi stanno assumendo una frequenza di accadimento molto preoccupante. Questa imponente attività sismica indica l’attivazione di un sistema di fagliazione, un sistema di rotture delle rocce e dei sistemi rocciosi e montuosi della crosta terrestre, che ci conferma l’evoluzione dinamica della catena appenninica italiana. Una sorta di apertura di una fascia del centro Italia con punto di origine Rieti-Norcia-Accumuli.
La scossa è stata risentita di più nelle zone vicine alla catena montuosa appenninica. Per intenderci, a Cusano Mutri hanno avvertito con maggiore potenza il movimento del suolo rispetto alla zona del napoletano.
La stessa popolazione interessata è oggetto di un forte livello di stress. Dal 24 agosto ad oggi, 67 giorni, si sono registrate 20200 scosse, 302 al giorno, 13 ogni ora e, quindi, 1 scossa ogni 5 minuti. Un livello di pressione psicologica estrema, giorno e notte, indipendentemente dalla intensità di accadimento.
Tutto ciò ha implicazioni serie sulla popolazione, ove si possono sviluppare malattie e sindromi tipiche della insicurezza: paura di rimanere al chiuso o al buio, mancanza d’aria, difficoltà di rapporti sociali e cosi via.
Anche la polemica sul valore misurato del sisma ha assunto un significato virale, frutto di grande ignoranza e di assenza di adeguata informazione. Per quanto mi riguarda, mi fido del nostro Istituto Nazionale di Geofisica, ma credo, in questo caso, definitiva la misura che ne ha dato l’Istituto Nazionale di Geofisica americano, che ha fissato in 6,6 l’intensità della magnitudo.
Il nostro istituto è molto vicino alla zona epicentrale, ha un sistema diverso di misurazione e, soprattutto, calcola la Magnitudo locale (Ml) molto velocemente ma da subito l’idea della potenza del terremoto. Questo valore, poi, viene ricalibrato con il passar del tempo, in genere 30-40 minuti per arrivare alla stima finale. Pertanto i problemi di calcolo e verifica della magnitudo sono stati notevoli.
Le stazioni straniere non hanno avuto questi inconvenienti e misurano la Magnitudo momento (Mw) sovrastimando inizialmente il valore stimato per poi calibrarlo con lo studio del sismogramma. Comunque, appena avuta la possibilità, INGV ha subito ricalibrato il dato che si è mostrato praticamente uguale a quello americano.
Dicevamo di altre zone della nostra penisola, come il nostro Sannio.
Anche noi siamo sottoposti ad una potente evoluzione geodinamica, basti pensare alla catena montuosa del salernitano-potentino e quella matesina. Abbiamo avuto il nostro terremoto importante, nel 1980, e da allora abbiamo iniziato a costruire in maniera diversa. Ma il terremoto di Norcia ci insegna che anche con una tecnica costruttiva moderna non ci si difende dall’evento ad energia di maggiore forza rispetto a quella prevista, che mette in discussione le certezze fino ad ora praticate.
Tuttavia, noi possiamo rimanere relativamente tranquilli, abbiamo adottato tecniche costruttive mediamente adeguate. La geofisica, però, in questi ultimi anni, specie dopo i contributi di alcuni scienziati giapponesi ed italiani, ci sta insegnando che dovremo tener presente l’effetto di sito che si genera con lo scuotimento sismico.
E’ di fondamentale importanza che i geologi, ed una adeguata normativa, verifichino e adottino metodi di microzonazione sismica e di risposta sismica locale del territorio comunale, quando si programmano i PUC, perché le sorprese sono tante come altrettante sono le incertezze sulle aree edificate negli ultimi 30 anni. A malapena conosciamo il sottosuolo, come ci insegnano le pianificazioni di bacino sulle frane e sulle alluvioni.
Questo aspetto, di preminente importanza, solo il geologo può valutarlo. La prevenzione è fondamentale. Non sappiamo quando avverrà un terremoto ma sapere dove costruire con il minimo di danno, se non addirittura avere la certezza di non vedersi la casa crollare, è una fase della pianificazione che non possiamo più far finta di rimandare.
Bisogna arrivare alla consapevolezza che spesso non può essere l’uomo a stare al centro dell’Universo.
Non mi addentro nella discussione del calcolo della Magnitudo Richter (Ml) e Magnitudo Momento (Mw) o tra misura dell’energia (Mw) e valutazione del Danno in superficie (Io) che attengono la caratterizzazione della sorgente di liberazione dell’energia, la cosiddetta faglia, e la valutazione in superficie di ciò che ha prodotto l’onda di movimento del terreno.
Però bisogna rimarcare con forza, alla luce di ciò che si legge sui social, oramai uno strumento di persistente valore, che chi occupa un ruolo pubblico e non sa distinguere tra l’intensità di energia e l’intensità di danno, dovrebbe astenersi dal mostrarsi tuttologo. Perché, ancorché pagato con i soldi della collettività, una simile impreparazione crea solo ulteriori danni alla collettività, come ad esempio il mantenere ignoranti i propri amici e conoscenti ed ingenerare paure collettive che non hanno ragion d’essere, soprattutto se affermate da chi non sa trattenere l’intelligenza che lo contraddistingue.